Note a margine n. 136

CRIMINI E PENE

Al pubblico processo penale – non so perché – davanti all’ onorevole Tribunale di Milano contro Berlusconi detto Silvio per gli amici ed amiche, una gentile signorina è stata chiamata, tra le numerose altre, a testimoniare sui fattacci stracci commessi dall’ imputato tra le mura della sua villa di Arcore. E dove, purtroppo, io non sono mai stato invitato.
Per quel che è dato sapere, la sullodata, una certa Marysthelle Polanco, di professione modella, era una delle tante che si produceva nelle divertenti scenette di avanspettacolo allestite, con tanto di regìa e casting, per il divertimento del padrone di casa e dei suoi ospiti. Si parla di cachet interessanti, più o meno all’ altezza di quelli erogati da mamma rai per una serie starlette loffianti e sciacquette rifatte di trucco e parrucco per carpire l’attenzione del volgo tartassato sulle farfalline inguinali import.
Ché le tariffe sono tariffe, e la domanda è sostenuta.
Direte: “ma che ce ne frega a noi! E si fa un lungo e costoso processo per queste stronzate!?”
e no! Questa volta sbagliate di grosso, perché la Polanco, messa alle strette in serrato interrogatorio inquirente ha dovuto ammettere che, almeno in un paio di volte, in uno di questi siparietti, a richiesta dell’ illustre anfitrione, pagante di suo, si è mascherata nientepopodimeno da Boccassini Ilda e, un’ altra volta, da Obama.
Riuscendo, con l’ imitazione e travestimento, a divertire assai i presenti coinvolti in un happening sollazzante, un saporito ciambotto di fritto misto.
Lasciamo stare Obama che già ha i casi suoi per la testa ed è cristianamente meglio nascondergli questa triste verità, evitandogli altre inutili sofferenze e preoccupazioni.
Ma addirittura fare la Boccassini è stata una imperdonabile sconcezza che offende il comune senso del pudore e vilipende la toga. Destabilizzante, addirittura.
La testepoveretta, messa alle strette, ha dovuto ammetterlo, ebbene sì, l’ ho fatto.
E per il momento, in aula, dopo circa due ore di interrogatorio, le hanno negato persino il permesso di bere un sorso d’ acqua pulita offertale dal difensore dell’ imputato, se ha sete, beva quella usata dalla bottiglia di un altro. Se no, si distrae. Tiè.
Vi chiedete: ma scusate, ma quanti cani e porci, ed evasori hanno imitato per anni il Berlusca in tv, piazze e mercati? Beh, ma quello è diverso.
Diamine. E’ così che si fa sul serio. Che stiamo a scherzare?
Dite: ma che cazzo ce ne frega a noi?!
Boh: ve ne frega, ve ne frega; ve ne deve fregare, visto che il tutto lo pagate voi. Non parlo delle scopate, ovviamente; ma di processi, di crimini e di pene. E che pene!

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Una risposta a Note a margine n. 136

  1. E. ha detto:

    Gentil Professore, mi consenta, forse sarà un po’ di nostalgia…e mi permetta di venirlo a cercare qui da Lei. Grazie
    Eli
    Caro Elmiki, dove sei?
    Mentre, sai arriva lei!
    …ma l’hai letto il bel pezzetto?
    Siam tornati a Caporetto?
    Or di crimini e di pene
    si riparla e delle cene!
    Delle cene e della beffa
    si dibatte e si sberleffa!
    Una sfilza di ‘starlette’
    dei festini le reginette.
    Per la vista un bel sollazzo,
    solo un frizzo, solo un lazzo…
    rallegravano il gran ‘buffone’
    il noto generoso anfitrione.
    Mais parbleu! Come si osa!?
    Or Grim ilda ch’è vanitosa
    con maschera da guerra
    vuole tutti giù per terra;
    non gradisce lo strambotto
    e solleva ‘sto gran casotto,
    a lei sì che gliene frega,
    perciò si batte da stratega.
    Oh che bel divertimento,
    questo sì ch’ è godimento!!!
    E per tal soddisfazione?
    …tanto paga Pantalone!!!

    Eli

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