Note a margine n. 130

PISTICCHIO TROPHY

Vado a caso, dal Nobel a scendere: Oscar, Leon d’ oro, Palma d’ oro, Grolle, Davide di Donatello, Pulitzer, Strega, Campiello, e chissà quanti ancora…fino al ricercato Tapiro d’oro e al raffinato Bamba di Feltri.
E da oggi, io ci metto pure il Pisticchio che era, è e resta di legno. Se no, non è un Pisticchio doc. Ed io propendo per l’autenticità.
Lo assegneremo simbolicamente in premio per concorso, merito e titoli. Sarà addirittura elitario.
Va detto che il pisticchio è l’ elemento base del relativo gioco dei poveri a loro, inventato da noi ragazzini di guerra e dopopoguerra con la voglia di giocare per strada; un rozzo pezzettino di legno di circa 10/15 cm (il pisticchio), appena ovalizzato, messo a terra e picchiato da una bacchetta di circa 50/60 cm e larga circa 7, improvvisata, per farlo saltare per aria e poi colpirlo a volo per lanciarlo il più lontano possibile. Una perfetta fusione di culo, abilità, forza, scatto, tempismo, senso della misura e una buona dose di “questo passa il convento”. Un’ alternativa al più nobile gioco del “verrùzzuo”, trottola in legno e punta in ferro acuminato lanciato con un pezzo di spago per poter spaccare i “verrùzzui” avversari.
Nel nostro sud, i due giochi diventarono talmente diffusi che, a chi non sapeva far nulla o quasi, o sbagliava qualcosa, si consigliava: “jè megghie che va’ sciùke o’ pistikkie” oppure “va’ a sciùke o verrùzzue”! Dispregiativo, ma che non considerava abbastanza le capacità necessarie.
Bene, poiché di verruzzui non se ne trovano più in giro, noi assegneremo il più semplice “pisticchio”, così debitamente italianizzato anche per l’ eventuale export e lo sfoggio nei salotti buoni.
Certo è che il premio sarà serio e ambito; “ad un certo livello”, come diciamo dalle nostre parti, non lo daremo a chiunque e bisognerà meritarselo davvero.
Valuteremo attentamente gli stessi elementi. E lo assegneremo senza guardare in faccia a nessuno o non lo assegneremo quando, a insindacabile giudizio della mia giuria speciale, non lo avrà meritato nessuno.
Daremo atto delle motivazioni ed un conclusivo ad majora di incoraggiamento.
E tanto per cominciare, con la giuria abbiamo preso in considerazione un’ ampia casistica sobbarcandoci un lavoro oneroso avendo dovuto dibatterci tra concorrenti veramente agguerriti e assai meritevoli del trofeo.
A favore della originalità, abbiamo scartato i papabili più ovvi: Monti Karlof, Grillo ridens, faccia di Merkel, Sarkozy topo gigio, il biancochiomato Uno Del C., il monegasco forsechesì-forsecheno, trota d’allevamento, e qualche altro dello stesso calibro ed avente diritto.
E allora? Ecco qua.
La Giuria, esaminati: il contesto operativo del personaggio; la solida fede democratica e cultura magistrale che lo pervadono e animano in ogni suo pensiero ed azione; il personalissimo stile portamentale nello sfoggio della obliqua fascia tricolore di primo cittadino; il raffinato ed irresistibile gusto ittico insito nel dna dei forti uomini del sud Italia; il senso di abnegazione e anticarrieristico, a tutto favore della cittadinanza grata e fiduciosa;
accertatone e valutatone l’irremovibile credo che lo coniuga in indissolubile vocazione con la legalità che, illo tempore, lo indusse a farsi osannato e inflessibile promotore per l’abbattimento degli edifici su Punta Perotti, spettacolarizzato in diretta tv tra folle acclamanti e da lui stesso commentato: “Oggi, a Bari, trionfa finalmente la legalità”, e che, oggi, dopo la sentenza dell’Alta Corte Europea che gli ha severamente bocciato e stigmatizzato l’operato, determinando a favore dei costruttori un risarcimento di 50 milioni di euro, lo induce a commentare: “Oggi, finalmente, a Bari, trionfa la legalità” (?!);
considerato che altri casi segnalati ed esaminati, pur degni di nota, non espongono elementi di pari o migliore pregio di quello sopra riportato: alla unanimità
assegna
il 1° Pisticchio Trophy
al Sindaco di Bari, Michele Emiliano.

Ad majora!
Bari, maggio barese 2012

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3 risposte a Note a margine n. 130

  1. helena ha detto:

    Avevo una gran voglia di continuare, ma poi era scaduto il tempo e quello non lo si riacchiappa per la coda, corre e scappa. Pero’ avevo la quasi-certezza, tanto per non essere presuntuosa, che la Nota non fosse finita, e non soltanto il commento: il 2^ Pisticchio Trophy e’ stato assegnato a pieno merito.
    “je` megghie che va’ sciuke o’ pistikkie” Anzi no, lasciamo pulito il ricordo dei giochi belli della strada, quando i ragazzini in calzoncini corti andavano a farsi i muscoli e ad aguzzare il cervello, inorgogliti dall’ ammirazione e dall’ interesse mostrato anche dai grandi che li stavano divertiti a guardare.
    E i maschietti saltavano, e saltavano le femminucce con il bel gioco della campana, sui riquadri tracciati in terra con il gesso, dove si tirava una pietra un po’ piatta per non farla rotolare fuori dalla casella dove era stata tirata, e dopo avere seguito un non facile percorso saltando a pie’ zoppo, si doveva infine, chinandosi fino a terra in equilibrio su un solo piede, raccoglierla con una mano sola, e tornare alla base sempre a pie’ zoppo. Non c’ erano le tutine ma delle svolazzanti gonnelline…!
    Questi sono i giochi piu’ vecchi del mondo e si saltava con ingegno, oggi si salta e si resta per terra molto spesso !

  2. helena ha detto:

    A’ chacun son trophee, diversamente… meritato !
    Sono tante le emozioni un po’ assopite, che un’ unica Nota n.130 fa riaprire gli occhi assonnati della memoria. Tante le emozioni per quanti sono i ricordi, e con loro le immagini, che si ripresentano vive e concrete, a far rivivere momenti di ansie creduti dimenticati, momenti nostalgici di tenere spensieratezze dei giorni andati, piu’ lontani, o meno, ma sempre inesorabilmente andati.
    I pensieri che si muovono nella mente e nell’ animo di Michele Lamacchia, elaborati e liberati tramite la sua scrittura, che in versi o no, diventano poesia, questo sanno far provare — tutto quanto detto prima — a chi lo legge .
    Ed io rivivo lo sgomento provato quando casualmente, in diretta TV, ho assistito all’ abbattimento degli edifici di Punta Perotti che, come fosse in una favola dell’ horror, scomparivano ingloriosamente inghiottiti e nascosti da una enorme nuvola di fumo e detriti, quasi a mostrare ed assistere orgogliosamente a petto in fuori, a incredibili scenari da Zabriskie Point !
    A’ chacun son trophe’e, naturellement !

    E’ tardi per me, coinvolta in altri orari ed altri impegni. La Nota n. 130 non e’ finita, ma non faccio in tempo, allora …………………(Continua).

  3. D. ha detto:

    Gentil Professore,

    ho trovato molto divertente il Suo Pisticchio d.o.c.!
    Confesso che non ero a conoscenza del nome in vernacolo barese – lo
    giocavamo anche sulla sabbia al mare… divertentissimo – da noi chiamato Lippa,
    è proprio uguale, la Sua precisa e minuziosa descrizione non lascia dubbi.
    Per il Sindaco Emiliano troverei appropriato, a mo’ di ‘Tapiro d’oro’ un
    ‘Ercolino sempre in piedi ‘ ( M.Crozza così definì l’ex Presidente B. a Ballarò )
    A chi più di Emiliano assegnare cotanto merito? A lui il 1° Ercolino Standing!
    Ricordo che fu la Giunta Comunale da lui guidata a disporre la demolizione
    applicando una legge che diffidava il Comune a provvedere all’abbattimento.
    Prese la palla al balzo o meglio il ‘ Pisticchio al balzo ‘ e demolì!
    Risultato premiante ostentato dall’Emiliano nella campagna elettorale del 2009,
    tanto che non gli si freddò neppure la poltrona di primo cittadino!
    Vale la pena, però, sottolineare che nessuna autorità giudiziaria aveva imposto
    l’abbattimento né Emiliano aveva urgenza di abbattere… ma per la Poltrona!
    Oggi la sentenza del Cedu viene accolta con favore dallo stesso che commenta:
    “…riporta giustizia ed equità”, che dire?!…
    C’è chi resta ‘sempre in piedi’! E’ solo l’Italia ad uscirne in ginocchio
    e lo Stato Italiano la pagherà cara! E gli Italiani? Cornuti e mazziati!
    Sua aff.ma D.

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