MI GIOCO I FANS
O.K. Diciamolo subito: sto incazzato nero. Non so bene da dove cominciare, come continuare né come concludere. Sarò confusionario. Scusate, ma accade anche questo quando si freme di rabbia e senso di impotenza. Arriva sempre un momento nella vita in cui cultura e buone maniere sono mandate a fanculo di brutto. Questo sarà forse il mio; mi gioco i fans.
Dite: ma che t’ è successo?!
Bene: leggetevi i redditi denunciati per il 2011 dai sigg. professori ministri del governo dei tecnici chiamato a salvare il Paese dalle malefatte di Berlusconi, paperone sì, ma che dava e dà lavoro a migliaia di famiglie. Roba che persino il Presidente della Repubblica ci fa la parte di uno straccione.
E se non siete abbastanza imbufaliti, leggetevi anche i dati dei loro patrimoni, come risultanti al momento della loro pubblicazione e non al momento della nomina a ministro come sarebbe stato giusto e serio. Infatti, badate: questo sigg. Professori che si erano impegnati a pubblicare subito i loro redditi e i loro patrimoni come risultavano essere alla data dell’ insediamento, invece ci hanno messi quasi tre mesi per farlo. Tempo oggettivamente più che sufficiente a modificare formalmente una consistenza patrimoniale e a renderla più moderata.
E chiedetevi come cazzo si fa – di questi tempi e con i lavori che questi esperti salvatori della Patria hanno svolto sino ad oggi – a guadagnare e ad accumulare tanto, senza essere né nel gota degli affermati capitani di industria né proprietario di miniere di diamanti né il re degli intrallazzatori politici. Nulla contro la ricchezza: ma mi fa specie che sia certa gente a voler pontificare e a predicare la sobrietà e ad annunciare di volerci educare ad un nuovo stile di vita più moderato!
Chissà in che mondo vivano e che cosa capiscano realmente, questi tecnici di che?, dei problemi della gente comune; o forse siamo noi che non abbiamo capito niente e siamo rimasti i peones a vita di un ceto sociale che non ci considera pidocchiosi a cui gettare un osso, ma pidocchi.
E poi. Lo avevo già accennato e ribadito più volte nelle mie precedenti note. Ma è mai possibile che in questo Paese di inetti e di imbelli nessuno si sia domandato: ma come ha potuto fare il prof. Monti, appena nominato senatore, incaricato di formare un governo di tecnici e non di politici utlraconosciutissimi, a formarne uno in pochissime ore, se prima non li avesse ben conosciuti per conto suo e già preventivamente interpellati e preparati, e se costoro, per fatti loro, già non si fossero conosciuti e sintonizzati tra loro? Che cosa accomuna questi tecnici e non altri, considerato che i nominati non sono certamente gli unici tecnici esistenti sul mercato? Quale è il loro comune denominatore che li assembla? Per alcuni di loro il denominatore può identificarsi nella “cosa bianca” di Bagnasco (v.si) e per gli altri?
Che fare allora? Considerato che non siamo stati nemmeno capaci di mandare a fanculo quelli che ci hanno propinato ore di stronzocelentanate sulla tv nazionale strapagandole con il canone-imposta corrisposto dai cittadini, come mai potremmo illuderci di ribellarci ai progettisti, ai protagonisti e relativi manutengoli delle avventure golpiste della democrazia, della sovranità popolare e delle libertà costituzionali?
Italiani che glielo lasciano fare. Svegliati, popolo alla cogliona!
Papè Satàn, papè, aleppe! Papè Satàn, papè, aleppe!
se tutti la pensassero come te, forse, oggi avremmo un altro paese, un altro governo e forse un
orizzonte più roseo. Il guaio è che gli italiani se ne FOTTONO – pensano solo a mangiare e a scopare dove capita.