RESPONSABILITA’, ANZI, QUASI, ANZI, FORSE, ANZI, NO…
Ho già detto sul garbuglio della norma che afferma il principio della responsabilità diretta dei magistrati, sapete quella norma che, già approvata dalla Camera, sta per approdare al Senato.
E ho già detto che – secondo me, umile non addetto ai lavori – quella è una norma presa per il culo del poveraccio che ci incappi e si faccia illusioni.
Bene; gli addetti ai lavori si sono già ribellati, comunque: il Governo (si badi, il Governo, non il Parlamento) subito ha già predisposto degli emendamenti “dolcificanti” della norma de quo, che incasinano ancora di più il concetto e lo rendono più elastico della pelle della sacca scrotale.
In ogni caso, gli addetti ai lavori hanno fatto sapere che sono “soddisfatti”, ma che “non trattano”.
Sarebbe bene che il Parlamento – sovrano a cazzo di cane – si affidi a un mediatore, un sensale che guadagni il placet degli interessati. Pare che sia la condicio sine qua non per poter fare un legge.
E allora, che lo tenga ben presente il Parlamento: per ogni altra legge che non mi vada a genio: “IO NON CI STO!”.
Ex art. 3 della Costituzione, nemmeno io tratto. Ché io non sono figlio alla serva!