CHE VALE …LA PENA?
La pena scontata è un riequilibratore dalla valenza legale sul presupposto assiomatico che la sofferenza inflitta al colpevole contraccambi quella da lui procurata. Riammette al contesto sociale il colpevole di un reato che ne ha pagato il prezzo. Prezzo che varia nei vari ordinamenti giuridici e nei tempi, a seconda della valutazione che la volontà del potere dà della gravità dell’ illecito commesso. Addirittura, lo stesso fatto, in tempi o in ordinamenti giuridici diversi può essere o non essere considerato o non considerato reato. Si vedano, ad es., l’ adulterio e la bigamia, l’ omicidio per legittima difesa, etc.
Ma pagare con la pena alla società e/o alla vittima il prezzo della colpa non cancella il fatto storico.
Chi è stato capace di uccidere, di rubare, di stuprare, qualunque pena abbia scontato per essere riammesso nella società a parità degli altri cittadini, resterà sempre uno che ha ucciso, che ha rubato, che stuprato, etc. Senza dimenticare che la effettiva riabilitazione non è effetto automatico e certo che acceda all’ espiare della pena. Anzi; ben sappiamo che, per inadeguatezze o storture di sistema, molto spesso l’ espiazione della pena è criminogena, aggrava o accentua atteggiamenti criminali.
Ma, in ogni caso, il riscatto della pena scontata non è un detersivo dello sporco della coscienza, non modifica ciò che siamo; e noi tutti siamo il frutto delle nostre esperienze, la sintesi del nostro vissuto. I nostri falli e i nostri meriti sopravvivono sempre e comunque perché i fatti non si cancellano.
La riguadagnata parità di diritti e doveri non è una rinascita da innocente, non è metempsicosi catartica, non è reincarnazione (metemsomatosi) purificatrice in un essere probo.
Ciò che siamo stati e che abbiamo fatto – anche una sola volta nella nostra vita – è scritto indelebilmente nel nostro dna.
Ladro, assassino, strupratore non sono i nomi provvisori dei colpevoli; indicano chi “sono”. Se io sono di nascita italiana, lo resterò per tutta la vita anche se acquisirò cittadinanza diversa.
Ex ladro, ex assassino, ex stupratore? Semplici locuzioni che non equivalgono a non ladro, non assassino, non stupratore.
Ebbene; riconosciamogli per legge ogni diritto. Ma, per carità, non ditemi che non c’ è differenza. O che, ipocritamente, non dobbiamo tenerne conto al momento delle nostre scelte che presuppongano stima totale e fiducia massima. Specialmente quando non emergano sicuri sintomi di pentimento e grande volontà di ravvedimento, che non possono essere a tempo determinato.
Ma, per quanto si possa cercare, di Fra’ Cristofori se ne trovano davvero pochi. Anche perché quelli che ci sono, certamente stanno scontando volontariamente la pena che si sono dati da sé e lo fanno nel silenzio della vera umiltà. Questo soltanto li riabilita davvero.
Che bella pagina… ma questo non c’entra ! ci si abitua anche al bello? spero proprio di no, vorrei sempre potermi stupire. La pena scontata per un delitto o un reato e’ sufficiente di per se’ a riabilitare la persona che li ha commessi ? Tutto resta nella coscienza di chi ha trasgredito alle leggi della societa’ in cui vive, che peraltro non sempre sono le stesse – come Lamacchia con grande chiarezza mette in evidenza – , e nella disposizione d’animo (o coraggio) di chi gli si pone di fronte. Ci sono vaste aree nel mondo dove uccidere, in certi casi, e’ piu’ che legittimo e te ne vai a spasso tranquillamente, subito dopo averti sciacquato le mani ed anche la coscienza -quando si dice il gravoso problema dell’integrazione – . Credo che il cammino sia lungo ed accidentato. Andiamocene a spasso per altre strade, anche se io ne sono un po’ lontana, dove sono i Tempi ad essere diversi, ma i futili motivi sono gli stessi, a fare uccidere di spada o di coltelli, si tratti di precedenza onorifica di passaggio a piedi od in carrozza, o diritto di precedenza per un misero posteggio.
Alessandro Manzoni ha creato Fra’ Cristoforo, che assumendosi il nome del delitto commesso, gli fosse rimasto addosso senza vie di scampo, pesante come un macigno. Penso anch’ io che di Fracristofori veri ce ne siano pochi davvero, viviamo altri Tempi che aprono larghe e comode strade, per imboccare magari vie di fuga piu’ agevoli verso l’illusione di non dovere piu’ niente a nessuno.
Ma l’umanita’ intera ha un debito che si porta addosso, il peccato originale commeso dal povero Adamo e dalla povera Eva, abbandonati senza vie di scampo alle debolezze umane.
Gent.mo Prof. Lamacchia,
oggi leggo CHE VALE …LA PENA? e, sarò sincera, tutto d’un fiato!
Quanto Lei scrive, sempre attento, puntuale e sensibile, mi dà
lo spunto per avvalorare quanto leggo nella Sua chiosa finale.
Ho conosciuto una “ Fra’ Cristoforo “, e “ vale la pena “ scriverlo qui.
Siamo nel periodo del Carnevale ma, con l’aria che tira, la festa
lo scherzo, i pubblici mascheramenti… vedremo!
C’è però chi lo fa tutto l’anno, tanti fantastici pagliacci: i clown.
Da tempo, ormai, una ragazza si traveste, si trucca, mima e scherza solo
per sollevare il morale dei bambini. A loro sorride e porta il buon umore.
Non so chi sia, anonima, ma so che ha sbagliato e pagato la sua pena, ha
scelto di donare il suo tempo, ore della sua vita e paga volontaria il prezzo
per riscattarsi, per sé, e non dimenticando mai, questo la “ riabilita davvero “.
Lei e gli altri ragazzi, giocano, gonfiano colorati palloncini e ridono per un
sollievo a quei bambini che soffrono in letti, a volte, troppo grandi per loro,
come lo è la loro sofferenza.
Quei Clown il sorriso l’hanno dentro!
Viene dal ‘buon cuore’ …e si trasmette al viso!
Grazie per il Suo spazio