FUORI TEMA O QUASI
Il nostro – diciamocelo – è sempre un piccolo bel Paese, e la gente mormora.
E basta. E già questo, di per sé, è un gran bel problema.
Gli stereotipi mentali poi, fanno il resto; è una bella scorciatoia per risparmiarci il fastidio di pensare. Tutto sommato, sistemare un bel pensiero scopiazzato e già ben piazzato nella hit parade dei prefabbricati lessicali e intellettivi, ci garantisce gradimento, ci accredita presso i nostri maître à penser per condividerne allori, ci assicura consensi e certifica che siamo schierati nella zona giusta. Vuoi mettere la bella figuretta?
Face book pullula di citatori alla amatriciana, di menzionatori all’arrabbiata che, con la frase celebre prêt-à-porter, si fanno portatori sani del virus dell’ antipensiero che mai è scomodo, impegnativo, aleatorio, rischioso. C’è gente che comunica solo per citazioni. Non so se si capiscono o che cosa capiscono.
Il web è uno spacciatore no stop, a domicilio e a costo zero, ed offre un assortimento pressoché inesauribile. Anche a cani e porci, che intendono a loro modo. E qui la cosa diventa persino pericolosa. Specialmente quando a questo banco del self service il ‘fruitore finale’, senza precauzioni, sniffa citazioni a tutto spiano, le assume come fossero la mirra della saggezza e poi le spaccia unitamente ai dati statistici riportati qua e là da non meglio identificati centri di ricerca ed accettati con evangelica deferenza.
Già; volevo parlare d’altro e ho scantonato. Dimenticate, per favore, il fuori tema. La senilità, tra l’altro, è pasticciona.
Dunque.
Inviterei i tecnici e appassionati delle statistiche ad occuparsi, tra un rilevo e l’altro, di un fenomeno sociale che non deve aver mai ricevuto la dovuta attenzione, soprattutto in relazione alla rilevanza con cui lo stesso, invece, reagisce molto negativamente sulla collettività.
L’ idea – per altro verso, non geniale – mi è venuta germogliando, prima sotto forma di semplice fastidio, come come quello di un dentino che spunta, e poi si è ben concretata trasformandosi in un malessere dolente.
In questi giorni stanno scoprendo “sul fatto” (rectius: sul misfatto) falsi invalidi a gogò, accertati e riconosciuti, che per anni e anni hanno truffato la collettività saccheggiando le pubbliche casse. Bene!
Quella dei falsi invalidi si sta rivelando un’ altra grossa piaga della nostra società: e su questa si tesse una fitta ragnatela di dati statistici, anche per calcolare la consistenza economico sociale del danno derivante. Una enormità.
E allora, l’ idea? Ecco, in breve.
Bene che si aborra e si persegua il fenomeno; ma siamo seri: non c’ è ‘falso invalido’ che non sia stato certificato da un ‘falso valido’, monocratico o collegiale che sia. E già questo richiama dati sulla proporzione che fanno paura.
Se, poi, a questa folta massa di ‘falsi validi’, aggiungiamo tutta la fauna dei ‘sospinti’ e dei ‘diversamente validi’ promossi o nominati nelle amministrazioni, funzioni e poteri statali, e che nessuno mai beccherà sul misfatto (che se non è penalmente rilevante, non conta: vedi, p.e. le asinate, le sfaticate, le assenze per malattia, etc.) non possiamo che ritenere che quello dei ‘falsi invalidi’ è il danno minore, marginale.
Pensate ad un pubblico alto amministratore professionalmente incapace o moralmente debole, un bell’ esempio di ‘falso valido’. Appartamenti al Colosseo a prezzo stracciato di realizzo e vacanze in suite da 1.800,00 euro a notte a costo…zero; proprio là dove meno te lo puoi aspettare. Con la crisi che corre e la predica dei sacrifici che viene dalle loro bocche.
E vedrete che quella dei ‘falsi invalidi’ è soltanto una furbata. Costosa, sì, ma una furbata dei poveri.
Geni della statistica, accomodatevi. Fateci sognare!