Note a margine n. 60

SCUSI, DOV’E’ L’ ORIZZONTE? Quando meno te lo aspetti, col cervello messo in pausa relax in ciabatte e calzoni di casa, accade di imbattersi, non di rado, in interlocutori in agguato (e no problem, siccome non sono fatti suoi) che si sbizzarriscono ‘andando a folle’ con considerazioni che ti riguardano e tu ti ritrovi, tuo malgrado, a dover difendere una tua libera scelta dall’assalto dei cento perché? Ma che vuol dire? Ma ti rendi conto? a cui, magari, non ti sei preparato abbastanza. E questo, complice la remora della tua pulizia mentale e l’aggravante della buona educazione, ti fa fare la figura del deficiente o quasi. Per non dire dei peter pan, malgrado gli ‘anta suonati e panza, alla continua ricerca delle isolechenoncè e degli orizzonti perduti, e dei fra’ contrari, full o part time, dei bertoldi e cacasenni in ansia di ribalta e di agone, condizionati da una incontenibile aspirazione: trattarti come un palco in piazza per lo show giostrante dei loro ingegni – incompresi dalle masse borghesi – alla disperata ricerca di prestigio, come di boccate d’ ossigeno. Meglio, se con qualche spettatore. Se sei meno jellato e ti riesce la manovra elusiva, non devi, tuttavia, convincerti d’averla fatta franca; i tentacoli della piovra cacciatrice hanno già cercato il loro percorso alternativo, e questa si è appostata negli anfratti degli abissi del maremagnum di f.b. e qui molla le sue bombette di superficie. Le rilevazioni di un famoso studio di ricerche di Orlando hanno accertato che il guru fesbuchista sgancia ininterrottamente slogan e frasi celebri di questo o di quell’ altro famoso personaggio come se ne avesse lette tutte le relative opere (e ci vorrebbero secoli di dopolavoro fisso, di aspettative e rendite parassitarie di sussistenza, che neanche gli scansafatiche più accaniti ci riuscirebbero) o ne fosse stato attendibile testimone bio-agiografi, disponendo di vite parallele, di dono dell’ ubiquità e di superpoteri temporali. Oltre che di eccezionali abilità epitomiche e di massimazione del pensiero altrui. Attualmente, la media di sgancio tenuta dal fancazzo 24 no stop è di circa uno ogni ora: leggere per credere; gli altri minuti gli servono per andare a raspollare dai marciapiedi del www, dove il materiale è stato disseminato da altri pollicini in vacanza no stop e in vena di stupire. Gli servono per spostarlo, poi, a colpi di mouse e scodellarlo, in una o due mosse, alla vostra attenzione col copiaincolla prêt-à-porter. O gli servono per rintracciare nei propri appunti gli aforismi-patacca di sua produzione e inserirli, qua e là, a prezzi stracciati, tra quelli d’autore per nobilitarli di luce riflessa. Fatti suoi, comunque, come si dice: dove c’è gusto non c’ è perdenza. Quello che dà più da pensare, però, è la ferma presunzione di base del guru fancazzo: che ci sia una platea di altrettanti lettori fancazzo come lui che sintonizzi la propria attenzione sulle predette deiezioni mentali con lo stesso suo ritmo e intensità. E questo, però, è stato seccamente smentito negli studi di Orlando che, per trovarne traccia, adesso stanno scandagliando anche le case di cura e testando gli ospiti ivi trattenuti a vario titolo. Ma i fancazzo sono così, volano alto sui comuni mortali che si fanno il cosiddetto per campare a dovere, cercano di raggiungere l ‘orizzonte e lasciano indietro chi non li segue. Ma provate a chiederglielo: scusi, dov’ è l’ orizzonte’? e mettetevi comodi in attesa che vi snocciolino la loro litania indottrinante e le tiritere di contorno. Dall’ alto della loro solida inesperienza diretta, inneggiano al senso di responsabilità e ai giovani (argomento a presa rapida quattro stagioni), questi stilisti dell’ ovvio confezionato in serie e in tutta la gamma dei drop, rimestando nel becero chiacchierume le vecchie ricette vintage tratte qua e là dal mediocircolante delle suddette frasi celebri, cento a due euro, in bancarella. E magari ti contestano e ti correggono: due euri, prego. I governi dovranno presto adeguarsi e correggere la svista grafica sulle relative monete e sulle banconote, e magari, rimangiarsi qualche norma legale. Se vi riesce di tenere gli occhi aperti quando tornate stanchi dal lavoro, provate il gioco di individuarli su f.b., è facile. Spesso, sono tizi che abitano dietro l’angolo o nel tuo rione, che conoscete bene. O credevate di conoscere bene. Potreste avere la sorpresa di scoprire che, in genere, trattasi di fancazzo che non hanno mai fatto campare nessuno e che, anzi, sono stati sempre “campati”, di rincoglioniti a spocchia e colesterolo, o di ipocriti che hanno notoriamente rifiutato di “volerne sapere” anche in relazione ad obblighi familiari, ineludibili per natura, delegandoli piè pari a collaterali a “mentalità fiscale” o a consorti-badanti a tempo pieno. Furbetti campioni di escapismo mossi dalla libidine di fare adepti per sentirsi maestri, che proclamano di amare la vita e l’ Umanità, che risaputamente celebrano “la gioia di vivere”, magari tubano amorevolmente e a piacer loro con le “persone vive” intra moenia (altrui) e, che, proprio per questo, magari, hanno accuratamente evitato di occuparsi di quelle malate o moribonde, anche di famiglia stretta. Provateci, è un bel gioco. Primo premio: una risata di gusto.

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Una risposta a Note a margine n. 60

  1. D. ha detto:

    …(o) è di stupidi? È di stupidità che parliamo
    professore?
    Non è forse una necessità la Sua di “giocare”,
    a volte, con la nostra natura stupida?
    …forse per renderla parte della coscienza
    e per trarre (magari!) “sangue da una rapa”?
    Ma questo aspetto, insito in ognuno di noi,
    implica conciliare, con fatalismo,
    l’imperscrutabile natura umana come una delle
    manifestazioni dell’essere nel suo perenne ‘divenire’.
    Lei accoglie e contiene la tensione del conflitto interiore
    che si fa passione per la “soluzione”,
    a volte intransigente, polemico …a volte deluso,
    Lei che parla chiaro e dice: pane al pane, vino al vino!
    dia voce anche a chi è ‘afono’, e non può parlare
    Grazie

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