Note a margine n. 54

LE POCHE PAROLE

“Non perdere tempo con me…!” ecco una “cosa” che in molti si saranno sentiti dire.
Un tempo, specie da una donna. Oggi, anche da un uomo. Sono le défaillances epitaffiche che, perentorie e scarne, contrassegnavano le aspettative degli innamorati e ne demolivano fantasie, sogni, azzeravano le mete sospirate, le passioni inconfessabili. Le poche parole, sibilline, che chiarivano pochissimo ma, al contempo, spiegavano bene il fallimento, lo dichiaravano, lo omologavano.
Erano la formula magica a cui le fanciulle e signore ricorrevano per trarsi d’impaccio, per districarsi dal fastidio di un corteggiamento troppo pressante, partito come un gioco di curiosità e poi non particolarmente gradito, del quale, magari, si sentivano anche vagamente colpevoli, forse, per l’ avervi dato esca, inavvertitamente o per l’ innata civetteria muliebre incorporata nel dna.
Cuori infranti, notti insonni, fiumi di inchiostro, lettere profumate, fazzolettini rubati, sfioramenti trafugati, occhiate nascoste, sguardi misterici, boccioli appassiti schiacciati tra le pagine di un libro di versi, torrenti di poesie mormorate, sussurrate…
Eppure, anche allora c’ erano sogni senza altra meta che il sognare assieme, il lontano sapersi l’ un l’altra urlato in silenzio o dissimulato con mutua intesa: e riempivano una, due vite, senza far male a nessuno davano contenuti, ragioni di lasciarsi vivere lungo il percorso di tutta una vita o di quella che restava. E duravano fino a diventare anacronismi perché il tempo – impietoso, come sa esserlo soltanto lui – ci dice ogni giorno addio e ci lascia muti, inavvertiti, increduli.
Ecco. Il solo sognare: assieme di testa, di cuore, di petto, a molti è bastato, è dovuto bastare. E ha portato afflati inimmaginabili, quelli che resistono e restano inconsunti, e trovano un buon accordo col tempo per non perderlo, per non perdersi col suo fluire clandestino.
“Non perdere tempo con me…”: non ditelo mai a chi non ha altra meta oltre quella che ha già raggiunto con voi. Sarebbe, altrimenti, il tempo ad aver perso voi.

EFFETTI SPECIALI

E’ difficile cercarci nella memoria.
Mancarono, per noi due,
i baci, le carezze,
i flussi profondi,
e il viluppo carnale
sino alle dita intrecciate.

Così,
io mi invento
ricordi d’ occasione,
effetti speciali
per totali dissolvenze cromatiche.
Senza corpi;
come fu per me
e per te,
quando il tempo correva più di noi,
e noi, sgomenti,
non osammo nulla.

E sapemmo scambiarci
soltanto
caduche parole di addio.

ALBATE (e spolvero d’archivio) poesie per qualunque amore 2011

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Una risposta a Note a margine n. 54

  1. helena ha detto:

    L’ amore è il motore della vita, e in qualsiasi sua forma è essenziale per l’umanità: da quando l’uomo nasce fino a quando l’uomo va, o meglio forse dire torna, al suo proprio mondo; e finchè è qui, ospite sulla Terra, come un accompagno gli spetta di diritto, almeno quello!
    Nell’uomo insiti ancor nell’età tarda ed immutati nel tempo, oh stupore!, testardi restano , come un bisogno, la speranza e il desiderio di un amore.
    E il tempo… il Tempo è il grande orologio dell’ Universo, magari a volte chissà, vorrebbe anche lui tutto per sé il piccolo miracolo di essere chiamato Padre e non Patrigno, e vorrebbe per questo fermarsi un attimo per compiacere l’uomo ed anche se stesso, ma proprio non può, ha anche lui i suoi Comandamenti da rispettare, per raggiungere la meta prefissa dei suoi disegni, che l’uomo non conosce e forse mai conoscerà. E così imperterrito e forse un po’ a malincuore , prosegue il suo viaggio e fugge lontano impietoso e chissà dove…

    SEGRETO

    soltanto il riprendere la traccia
    di emozioni smarrite
    negli abissi liquidi
    di sguardi provvisori
    che disperano e gridano voci raccolte
    nel segreto di labbra forzate al silenzio:
    è fatale l’amarti così,
    mentre
    la scadenza perentoria dell’addio
    fa vano ogni progetto
    e restano acerbe le rinunce
    a restituzioni comunque non dovute.

    Oggi,
    soltanto l’immagine che ci sei,
    anche lontana,
    rimane compagna quotidiana
    delle mie ore
    e del mio vivere che ingrigia

    Michele Lamacchia (da Albate) – poesie per qualunque amore – 2011

    Shabbat Shalom ! À tout le monde!

    \

    oltanto il ri

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