IO RIDO
Ne accenna gentilmente – ma spaventata, direi – Ledy nel suo ultimo commento alle mie Note n. 45. Posso darle ragione. Ma non parole di speranza di migliori prospettive. D’altronde – tranne che a parole, ben strumentalizzate dappertutto – in fin dei conti, un mondo migliore non lo vuole davvero nessuno. Hanno distrutto il presente ed il futuro; e quello che è peggio, ad un certo punto della vita, ci hanno distrutto anche il passato, quello che più rappresenta la nostra esistenza, il nostro essere stati: quello che abbiamo dato via per poco o addirittura per nulla, a quanto pare. E invece doveva servire a sostenerci nel presente.
L’amore? Che cosa è? Si mangia? Si beve? Ci si diverte?
Io non credo di ricordare bene di averne mai ricevuto da un centinaio di persone che dissero il contrario, che l’ hanno persino giurato…; Io, forse, ne avrò dato, ma certamente sarà andato disperso. Ma le lacrime sono finite e così anche le parole per sognare…ora è tempo di riderne.
RIDO
Rido per quelli che mi ‘leggono‘ nel cuore,
per quelli che solo loro conoscono il dolore,
rido per loro, per quelli che puzzano d’amore
ed intorno ammorbano l’aria di questo afrore.
Rido per quelli che pietosi mi perdoneranno
d’essere vissuto soltanto a mio modo, a danno
delle loro regole, dei loro spazi, dei loro tempi,
di quelli che avrebbero voluto essere da esempi
per questo povero uomo che da inverecondo
a suo modo era un buono, sì, ma solo ‘in fondo‘.
E rido per quelli che verranno a dire “dopotutto,
purtroppo, che peccato, davvero non ho parole”
e mi dettero calci in faccia e ora segnati a lutto
rivestiranno la loro ipocrisia in stile tornasole.
Che s’accomodino tutti in prima fila, schierati,
che, disteso, possano guardarmi meglio il viso,
che mi stiano abbastanza vicini ed impreparati
si becchino come uno sputo in faccia il mio sorriso!
E se qualcuno nelle lacrime farà un bell’ ammollo
per favore, agguantatelo ben stretto per il collo,
cacciatelo via, perché sarà quello il più cialtrone
tra quelli che in vita mi dettero grande afflizione!
Qualcuno si risentirà assai di avergli fatto torto,
non solo vivendo, ma perfino ora, d’esser morto;
e se solo per caso troverete chi farà finta di niente,
ebbene, sarà solamente lui quello che non mente!
E per grande mia fortuna io sarò altrove e lontano,
e a nessuno di lor dovrò dar baci e neppur la mano!
non ho niente da sfoggiare, qui l’italiano non posso parlarlo e a scriverlo non faccio poco sforzo. I dialetti sono molto belli, non so come ma riesco un po’a capirli. Li ascolto con grande piacere ed anch’essi sono dentro la scatola delle cose che più mi sono care. Mi sarebbe piaciuto tanto poter parlare con te , Michele, ma ne aspettavo un accenno . Beato telefono era rivolto a Ledi che sempre mi dice delle tante conversazioni telefoniche che vi scambiate, ecco il perchè espresso “da vicino non costa neanche troppo caro”> Nell’occasione le avevo chiesto se per caso avesse la raccolta di ppoesie ‘Soltanto Venti’ che io invece non ho e se avesse potuto leggermi la poesia che poi lei ha trasmesso sul Commento. niente altro aggiunto da parte mia alla curiosità forse suscitata. Giornata molto movimentata oggi e molto difficile per me, forse mi tocca. Adesso che i nomi sono stati fatti e i fatti sono stati esposti (quello che è personalmente mio, resta comunque soltanto mio) posso tornare a dire con la stessa naturalezza che tanto ‘scandalo’ ha provocato: beata te Ledi che puoi parlare liberamente e quanto ti pare, al telefono con i tuoi amici, tanto più che da vicino non costa neanche tanto caro. Tu lo sai cosa significa farlo da Israele . Figuriamoci con quanto piacere lo farei con Michele, e quanto tutto sarebbe più semplice e più sano e naturale. Felice e orgogliosa anche di ascoltare un po’ di dialetto della bellissima Bari. Niente sfoggio da parte mia di lingue estere, latino e greco comprese , bando a qualsiasi “Nóstos Álgos”
Ringrazio di cuore Ledy per le generose parole di elogio (che merito poco) e di conforto (che non hanno l’ effetto sperato, immagino). E la ringrazio, anche, per aver riportato alla luce e rispolverato alcuni miei versi dei quali ancora non mi sono vergognato molto. Tuttavia, giungerà inesorabile anche questo tempo, come m’ è accaduto per altre cose del genere, scritti indifendibili, eppure, a loro tempo diffusi senza pudore: ah saperlo prima!
“…Beato telefono, e poi da vicino non costa neanche caro, dà fiducia, parli e ancora parli, nessuno ti controlla, puoi dire quello che ti pare..”. Commenta, tra l’ altro e con la consueta arguzia, Helena che, per l’ occasione sfoggia un gustoso finale pirotecnico-napoletano. E visto, dunque, che dobbiamo sfoggiare le lingue estere, Helena: O telefono!? e che t’ aggia dìcere ancora, nun pazià! Nun è accussì. Mo’ hamma parià? E pariammo! Chisto nun è chiù o paese d’ o sole: mo’ è d’ o telefono spione: è ‘na cazzimme, ‘na chiavica…made in Italy. Freedom italian style.
2° commento
Scusa ma il pc non funziona tanto bene,va lentissimo ed ogni tanto mi sparisce tutto,per questo ho inviato 2 volte.Un’altra cosa che non capisco è ,perchè,pur scrivendo tutto di continuo, lo scritto
va sempre a capo spezzettando le righe ?F0rse non mi sono spiegata bene,boh…!
Ledy
Tu credi che nessuno ti possa leggere nel cuore e ridi perchè pensi che tu,dopo aver vissuto una
vita a modo tuo possa prenderti gioco di quelli che credevano di conoscerti bene.
Ci saranno anche gli ipocriti,non lo nego,e che,come purtroppo capita, si affreteranno a dire,come dici tu,”dopotutto,purtroppo, che peccato,davvero non ho parole ” Ma ci saranno anche coloro
che ti piangeranno sinceramente per il tuo trascorso integerrimo.
Mannaggia,quanto sei pessimista! ma visto che parliamo di cose tristi,a me,anche se la poesia
è bella,piace più questa:
BASTA IL FAVORE DEL VENTO
Lasciatemi solo.Ma senza lacrime.
Saranno soltanto le mie quando
dopo il commiato vi vedrò
andar via e tornare
alla casa che uniti dividemmo.
Posatemi al sole
che io abbia a nutrirmi di luce
sino al tramonto di ogni giorno.
Cercate una panchina di pietra
che io abbia abbastanza vicina
di fronte ad attendervi.E parlatemi a voce
che io abbia a sentir da voi l’eco
della vita che vi ho lasciato.
Non raccogliete fiori
lasciateli a vivere
nella loro dimora naturale;
quelli come me li sentono
anche di lontano.Basta il favore del vento.
E poi piantate un albero nuovo
nel vostro giardino.
E dategli il mio nome.
Tu credi che nessuno ti possa leggere nel cuore e ridi perchè pensi che tu,dopo aver vissuto una
vita a modo tuo possa prenderti gioco di quelli che credevano di conoscerti bene.
Ci saranno anche gli ipocriti,non lo nego,e che,come purtroppo capita, si affreteranno a dire,come dici tu,”dopotutto,purtroppo, che peccato,davvero non ho parole ” Ma ci saranno anche coloro
che ti piangeranno sinceramente per il tuo trascorso integerrimo.
Mannaggia,quanto sei pessimista! ma visto che parliamo di cose tristi,a me,anche se la poesia
è bella,piace più questa:
BASTA IL FAVORE DEL VENTO
Lasciatemi solo.Ma senza lacrime.
Saranno soltanto le mie quando
dopo il commiato vi vedrò
andar via e tornare
alla casa che uniti dividemmo.
Posatemi al sole
che io abbia a nutrirmi di luce
sino al tramonto di ogni giorno.
Cercate una panchina di pietra
che io abbia abbastanza vicina
di fronte ad attendervi.E parlatemi a voce
che io abbia a sentir da voi l’eco
della vita che vi ho lasciato.
Non raccogliete fiori
lasciateli a vivere
nella loro dimora naturale;
quelli come me li sentono
anche di lontano.Basta il favore del vento.
E poi piantate un albero nuovo
nel vostro giardino.
E dategli il mio nome.
la poesia è bella, però mi sono spaventata, ho cercato di venire in aiuto ma forse non ce n’era bisogno, mi hanno rassicurato che già la conoscevano, ne avevano avuto lettura più d’una volta e trascorrevano in serenità la giornata. Cosa fare, ormai il ‘send ‘ era stato cliccato, per la preoccupazione mi era sfuggito di mano. Beato telefono, e poi da vicino non costa neanche caro, dà fiducia , parli e ancora parli, nessuno ti controlla, puoi dire quello che ti pare. Tornare indietro ? quello non si può, cercare il rimedio è d’obbligo però.
Ha da passà ‘a nuttata e anche ‘a jurnata.