Note a margine n. 38

CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE

Si può
irrompere con cartelli e striscioni, da parte di una squadraccia di un ventina di scalmanati in vena di pogrom cristofobo, nella chiesa di San Giuseppe Colasanzio a Milano, durante la messa mattutina con la statua della Madonna Pellegrina di Fatima (arrivata a fine aprile dal Portogallo), concelebrata dal parroco padre Alberto (attivissimo nella lotta al disagio giovanile), dal vescovo ausiliario Marco Ferrari e don Vittorio De Paoli?
interrompere, sì, senza machete, ma con la violenza delle urla e delle intimidazioni verso i fedeli e gli officianti, la celebrazione del rito religioso?
ingiungere a gran voce, tra l’altro : “fuori i preti”, “chiudete le Chiese!” e “con Pisapia ne vedrete delle belle al momento della comunione!” ?
passare alle vie di fatto aggredendo qualche fedele che, stanco di porgere sempre l’altra guancia, ha provato a ribellarsi nella stessa chiesa e sull’ ingresso;
evocare ed inneggiare, al contempo, al neoeletto sindaco di Milano, del centrosinistra, propostosi al voto come “liberatore” di una Milano oppressa?
Fuggire, poi, comodamente prima del sopraggiungere della Polizia?
E’ accaduto. Ecco che si può. Non nel folto più recondito di una giungla selvaggia, ma a Milano.
E’ la seconda puntata dopo l’ assedio dell’ abitazione privata dell’ ex vicesindaco Riccardo De Corato, da parte della gente dei Centri sociali inneggianti: “…Il tuo ufficio ce l’abbiamo noi…”, appena saputa della vittoria elettorale del loro candidato Pisapia. Bella escalation di un atteso ed auspicabile “movimento liberatorio”. E sì che lo si attendeva da anni!
Prove generali per un remake di piazzale Loreto? Chi sarà il prossimo?
L’ evocato, nel cui nome si è consumata quest’ altra manifestazione di civiltà democratica, dice di non saperne niente, di non esserne informato, ma ha bacchettato i discoli e le loro monellerie. Gli autori, prima hanno provato a negare, poi, innanzi alla evidenza, hanno dovuto ammettere, dispiaciuti solo perché: “Doveva essere una goliardata, purtroppo, e’ riuscita male’ per qualche insulto e qualche petardo di troppo”. E che sarà mai, dopotutto!? Forse, per questo, certa stampa non ne accenna nemmeno ed altra se ne fa carico.
Da laico e libertario, rimango, tuttavia, più perplesso che sorpreso: sono circa dieci anni che lo vado scrivendo e avvertendo: “Cristiani, aprite gli occhi: è tempo che vi costruiate delle nuove catacombe”. E’ da sperare che un nome non diventi un centro di gravità permanente…
Mi sono chiesto, tanto per tentare di capirne un minimo: ma perché? Ma che cosa sono questi Centri Sociali per sentirsi così al riparo e giustificati? e per evitare considerazioni di tipo emotivo, parlarne a vanvera, ho voluto documentarmi, almeno in prima sintesi, consultando Wikipedia che, alla voce corrispondente, riporta testualmente questo incipit:
“I centri sociali rappresentano inoltre un fenomeno di aggregazione politica extraistituzionale nato nell’alveo culturale della sinistra extraparlamentare. I primi centri sociali, nati come luogo di aggregazione di militanti politici, nascono alla fine degli anni ’70 sulla base dell’esperienza dei circoli del proletariato giovanile.[senza fonte]
Il fenomeno è cresciuto lungo gli anni ’80 e ’90 tanto da divenire endemico su tutto il territorio nazionale ed identificativo del mondo della controcultura giovanile politicamente schierata. Prassi consuetudinaria dei centri sociali è quella della cosiddetta “riappropriazione (o liberazione) degli spazi”, che consiste nell’occupazione (abusiva) di stabili spesso dismessi. In tempi più recenti gli enti locali hanno cominciato a legalizzare alcuni centri sociali occupati affidandoli agli occupanti stessi (oppure ad assegnare stabili ad associazioni senza dimora che ne fanno uso), in modo da responsabilizzarne i “gestori”.
L’attivismo nato nell’area dei centri sociali di questo tipo si è conquistato nel tempo un certo peso sulla scena politica nazionale, tanto che la la locuzione “centri sociali” è entrata a far parte del linguaggio politico corrente, in quanto identificativa della militanza di estrema sinistra riconducibile a queste realtà…”. Il tutto con beneficio di inventario, ovviamente. S. E & O.
Qualcuno sa dirmi se questi Centri esistano ed operino indisturbati anche in altri Paesi altrettanto civili come l’ Italia?

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Una risposta a Note a margine n. 38

  1. helena ha detto:

    Non ne avevo sentito parlare e quanto ho letto in questa nota n. 38 mi ha davvero arrecato un grande dispiacere: l’esistenza cioè di Centri Sociali che contrariamente al nome che si sono dati, organizzano manifestazioni dove la violenza usata in qualsiasi contestazione resta fine a se stessa, diseducando una gioventù bisognosa di riferimenti positivi che possano dare sicurezza e per lo meno un minimo di speranza. E proprio grazie a questa nota, sono venuta a conoscenza di una nuova realtà che affligge il paese che amiamo anche quando accade di starne lontano. E proprio a partire da questa nota sono venuta anche a sapere dello Stand israeliano che sarà inaugurato nei prossimi giorni nella Piazza del Duomo di Milano, e già fatto segno di minacce gravi, prima ancora di essere nato. L’articolo letto era titolato ” Centri Sociali minacciano lo stand di Israele” contro l’occupazione della città di Milano. Riporto il Commento inviato, che voleva subito essere, come sempre, il commento a questa Nota a margine n. 38:
    “Teste vuote che si rifiutano di venire riempite, invase ed occuoate, da eventi culturali, musicali, letterari, da incontri socio-culturali, risultati di alte tecnologie da applicare anche in ospedali, per migliorare assistenza e cura dell’umanità intera, il tutto volto ad una speranza di pace vera, ad un abbraccio fraterno e sincero tra ogni popolo sulla terra.
    E’ di questo che hanno paura tutte le teste vuote, le cui mani alzano alte le bandiere della loro pochezza, bandiere neanche mosse dal soffio del vento, ma da forza di braccia, inutile e sprecata. “

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