Note a margine n. 29

VITTORIO ARRIGONI

Agli occhi di quella bestia antropomorfa che l’ha ucciso strangolandolo, chissà di quali colpe o di quali pericoli Vittorio Arrigoni, già inerme prigioniero legato, bendato e torturato dai suoi rapitori, non era innocente.
Chissà se e dove avrà lavato le mani, dopo, il suo impavido assassino, quali mani avrà stretto, quali lodi e abbracci avrà ricevuto, quali meriti speciali sono stati riconosciuti al suo eroico coraggio.
L’Ufficio stampa di Hamas, il movimento di resistenza islamico che controlla la striscia di Gaza, zona in cui è stato ritrovato cadavere la vittima Arrigoni, Vic, per gli amici, 36enne pacifista e free-lance italiano, attivista per i diritti umani dell’International Solidarity Movement, ha dichiarato che trattasi di “…criminale sequestro e omicidio di un attivista italiano per la solidarietà”, e di avere ritrovato la salma, tramite le proprie forze dell’ ordine, in una casa abbandonata nella parte nord del territorio palestinese. Imputa la trista vicenda, così barbaramente consumata, ai salafiti della cosiddetta brigata dei valorosi compagni del profeta Mohammed bin Moslima, precisa di aver già arrestato due presunti responsabili del crimine e di essere alla caccia di un terzo.
Il portavoce del ministero degli Interni di Hamas, Ehab al-Ghoussein, condanna il gesto criminale e dichiara di avere preso le distanze dall’ efferato delitto che “...nulla a che fare con i nostri valori, la nostra religione, i nostri usi e le nostre tradizioni…”.
I sequestratori avevano minacciato di ammazzarlo nel tempo massimo di “trenta ore”, quindi entro le 17 locali, le 16 italiane, se non fossero stati scarcerati il loro leader, lo sceicco Hisham al-Souedani, e altri compagni. Ma poi, non hanno neanche atteso il riscontro. “Cui prodest scelus, is fecit”.
“Il mio epitaffio potrebbe essere quel passaggio di Sade: mi ostino a vivere perché anche da morto io continui a essere la causa di un disordine qualsiasi.” E’ questa la citazione di Carmelo Bene che Arrigoni, da vivo, ripeteva riferendola a sé profeticamente.
In precedenza, Vittorio, con due suoi compagni, aveva fatto anche l’ esperienza di una disumana detenzione in una specie di cella israeliana, e pare che sul sito http://stoptheism.com/ (riferibile alla destra statunitense radicale e filoisraeliana, con lo scopo dichiarato di individuare i nemici islamici di Israele e degli Stati Uniti) egli fosse stato esplicitamente additato come il primo nemico da uccidere in quanto “terrorista e sostenitore di Hamas”.
Qualche giorno fa, killer sanguinari hanno ammazzato Jiuliano Mer-Khamis, a Jenin, in Cisgiordania, attore, regista, poeta e attivista israeliano di padre palestinese e madre israeliana, che aveva dedicato l’ intera sua vita a fattive operazioni mirate alla pace. Jerusalem Post riferiva, poi, che l’ Autorità Nazionale Palestinese, per tale fatto, aveva arrestato un militante di Hamas. “Cui prodest scelus, is fecit”.
Per favore, buonisti in panciolle, girotondini, salottieri delle ospitate tv un tanto a cachet, imbrattacarte similgiornalisti, sociologi specialisti del nulla, smettetela di cianciare di altre civiltà, di altre culture; e andate a predicare altrove le vostre ragioni di una integrazione razziale e di una unitarietà multiculturale.
Profondamente allibito di fronte a certi comportamenti, espressioni di culture che ritengo antitetiche ai miei principi, io voglio poter essere ciò che sono diventato, non ho più l’età per scegliere di essere altro o, peggio, per fingere di essere altro: io vivo col sostegno della mia libera cultura, del mio libero pensiero, del mio libero passato, della libera dinamica del mio presente; sino alla fine, io voglio tenermi stretta la mia passione per il rispetto della libertà degli individui e della sacralità della vita di ciascuno, ma voglio potermi scegliere liberamente le mani da stringere, come ho sempre avuto il coraggio di fare. Non riconosco a nessuno il diritto di impormi culture che non condivido o di farne miscela con la mia.
Sono egoista, egocentrico, egotista? E allora!?

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2 risposte a Note a margine n. 29

  1. helena ha detto:

    Ai cari lettori mai conosciuti, che non hanno voluto mai farmi compagnia, seduti insieme a me a questa tavola così elegantemente imbandita, e con grande varietà di cibi, classici, regionali, nazionali , internazionali, carnosi, cremosi, con zucchero o senza, posso almeno augurare una Buona Pasqua ?

    Chag samèach le chulchèm mimèni vè mi Israel
    Festa felice a voi tutti da me e da Israele

  2. helena ha detto:

    Terra di intollerabili barbarie, questo sei diventata, Palestina, quello che non avresti mai voluto scegliere di essere, di diventare! Terra di miti temperature invernali, di caldi soli nelle estati . di cactus e di eucaliptus, di ulivi per una sensazione di pace, di grosse pietre semplici, dove potersi sedere e trovare ristoro. Eri un dono per l’uomo, e non sei stata capace di continuare ad esserlo. Ma la colpa è proprio dell’uomo! Perfino il sano sudore di una sana fatica non esiste più, tutto è diventato fuoco , che esce da occhi rossi , da fucili in agguato, da bocche terribili, da mani imbrattate, da uomini che sanno soltanto odiare ormai, e darsi una mano lo hanno dimenticato. E l’ uomo vero, quello, è rimasto solo, o quasi, non sapendo più a chi poter stringere la mano.

    Shabat shalom .

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