Note a margine n. 6

Note a margine n. 6

CHE FARE?

Che fare? Chiede Marcello a proposito di qualche osservazione non proprio edificante sulla situazione della politica militante attuale in Italia. Risposta difficilissima. Non credo che esista la risposta di una soluzione univoca, miracolosa, tipo panacea. Intanto, occorre convincersi veramente (e non soltanto a chiacchiere) che urge “fare” qualcosa di veramente serio, indifferibile e con buona volontà. Non è cosa facile: le radici di certe piante parassitarie lasciate troppo a lungo cannibalizzare l’ambiente affondano profonde e protrudono a dismisura ed in misura esiziale. E, in una società ancora ben diversificata (per fortuna), troppi sono i maestri giardinieri che enunciano a tutto spiano ma non sanno piantare nemmeno il prezzemolo o non ci hanno nemmeno provato.
Che fare? Ecco, per esempio. Si consideri che la Costituzione Repubblicana fu scritta da e per uomini motivati da un un patrimonio etico di livello certamente superiore a quello basso-assoluto, da zero kelviniano, degli attuali mediocircolanti i quali di modifiche non ne vogliono sapere e vogliono conservare lo status quo (fossero matti!) argomentando con mille pretesti corporativi e/o puramente formali. E si valuti, poi, una idea: rivedere l’art. 67 della nostra Carta che autorizza ogni membro del Parlamento ad esercitare le sue funzioni “senza vincolo di mandato” nei confronti del corpo elettorale il quale, eleggendolo, lo ha accettato esclusivamente in ragione del suo programma elettorale sventolato come un vessillo. Sì che l’eletto esca, finalmente, dalla fortezza del proprio paradiso pacchioso e spocchioso, debba rispondere in tempi reali del proprio operato difforme da quello promesso, e resti a rischio di revoca del mandato fiduciario, se è inadempiente, voltagabbana o connivente con l’avversario, o semplicemente cazzeggiante.
Certo, per realizzare una tale piccola-grande riforma, occorrerebbero una adeguata preparazione giuridica per un progetto efficiente e senza effetti “perversi”, una sufficiente onestà mentale e il possesso di attributi di buona consistenza. Lo sappiamo; è un terna di elementi di difficile reperimento tra il materiale umano in carica e quello ex, pronto ai recuperi. Ma in questa società esistono ancora uomini idoneamente dotati. Basterebbe saperli riconoscere e convincere a rischiare.
Altrettanto certo che non si tratterebbe dell’uovo di Colombo; ma non credo che sbaglieremmo molto se almeno ci provassimo finalmente a responsabilizzare in concreto chi si crede legibus solutus e si comporta da padreterno, magari, pure convinto di esserlo. E che lancia esempi negativi ad una società, per buona parte ricettiva, indigente di rispetto, in genere disorientata, e che sta svilendo il valore della cultura e dei valori etici fondamentali per l’Umanità.
Non occorrerebbe forzare la mano: basterebbe non lasciar correre e dare qualche buon esempio, qua e là, (i casi non mancano). E potrebbe essere l’inizio di una svolta epocale a favore di una crescita sociale.

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Una risposta a Note a margine n. 6

  1. ledy ha detto:

    Bella domanda:Che fare ?……
    Credimi,siamo in molti a porgercela e ci sarebbero pure uomini all’altezza della situazione,capaci di risolvere i vari problemi difficili e complicati,ma dove cercarli,come
    individuarli ?
    Io opterei,anche se più nessuno crede ai miracoli, per questa soluzione.Una preghierina a San Giuda Taddeo protettore e patrono dei casi impossibili. Dicono che funzioni !……Sarà il caso?
    Buon anno a tutti.Ledy

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